Il numero inaugurale di Status_Quo, il magazine di Cuiprodest sui temi chiave della politica e dell’impresa raccontati dai loro protagonisti, contiene un’intervista all’On. Marcello Gemmato, Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute, sui temi del Piano Nazionale Malattie Rare 2023-2026, della sanità animale e della riforma dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
Orazio Schillaci, Rettore dell’Università Tor Vergata dal 2019, è docente ordinario di medicina nucleare, è stato Preside della facoltà di medicina e chirurgia della stessa ed è Ministro della Salute dallo scorso ottobre: una guida più “tecnica” che politica che sicuramente influisce sulle linee programmatiche del Ministero.
Trovandoci all’inizio di una Legislatura che riporta alla guida del Paese un Governo con una fortissima connotazione politica, abbiamo voluto rivolgere alcune domande al Sottosegretario alla Salute On. Marcello Gemmato, già farmacista e Responsabile sanità di Fratelli d’Italia, il partito che esprime la guida del Governo, che è oggi alla sua seconda Legislatura dopo aver lavorato negli anni passati in Commissione Affari sociali alla Camera.
Sottosegretario Gemmato, qual è la sua opinione rispetto al Piano Nazionale Malattie Rare 2023-2026?
Il nuovo Piano 2023-2026 è uno strumento importantissimo per gli oltre 2 milioni di persone con malattie rare perché non solo fissa gli obiettivi – i medesimi della Legge 175/2021 – ma ha il compito di dettare tutte le azioni da intraprendere da qui ai prossimi tre anni: dalla prevenzione primaria e secondaria alla diagnosi, dai trattamenti farmacologici ai percorsi assistenziali, dalla sorveglianza alla ricerca, dalla formazione del personale all’informazione ai cittadini. Il Piano però non è certamente un punto di arrivo bensì di partenza: ora lavoreremo insieme ai clinici, alle associazioni di pazienti e alla comunità scientifica per mettere a terra le azioni previste.
Tra le sue deleghe, c’è quella alla sanità animale, quali sono le priorità del Governo su questo argomento?
In tema di sanità animale le sfide e gli aspetti su cui puntare sono diversi e l’attenzione del Ministero della Salute è sempre ai massimi livelli. Sappiamo ormai, nell’ottica del One health, quanto la salute animale, ambientale e quella umana corrano su binari paralleli e meritino azioni sinergiche.
Il tema della sanità animale ha peraltro implicazioni anche sulla sicurezza alimentare, che pure è una delega che mi è stata attribuita. A questo proposito, nei primi mesi del mio mandato da Sottosegretario alla Salute, abbiamo affrontato – durante un incontro con le parti interessate – le verosimili problematiche connesse all’esportazione di carni italiane e dei relativi prodotti verso i Paesi terzi. E’ stato un primo momento di confronto molto utile, durante il quale gli addetti ai lavori hanno portato all’attenzione politica le tematiche più urgenti su cui lavorare insieme, per rilanciare e incrementare come merita il mercato dell’eccellenza agroalimentare italiana verso l’estero, con particolare riferimento al settore delle carni, che vanta elevati standard di qualità e sicurezza, riconosciuti in tutto il mondo.
Negli ultimi giorni, poi, ho convocato al Ministero della Salute un incontro con lo scopo di evidenziare quanto ancora resta da fare per gestire alcuni casi locali relativi alla diffusione dell’epidemia di brucellosi e delineare azioni condivise con gli allevatori e le parti interessate. Monitoriamo inoltre la situazione relativa alla diffusione della peste suina africana, in costante dialogo con le altre istituzioni coinvolte per applicare tutte le misure necessarie alla progressiva eradicazione e prevenzione della malattia.
A un mese dalla circolazione delle prime bozze della riforma dell’AIFA, qual è lo stato della riforma?
L’Agenzia italiana del farmaco gioca un ruolo cruciale per il sistema salute del nostro Paese, e di fronte all’innovazione e ai progressi della ricerca era arrivato il momento di rivederne i suoi meccanismi, attraverso una riforma che rendesse l’Agenzia regolatoria nazionale più moderna e vicina alle esigenze dei cittadini, in grado di trasferire i risultati scientifici in accesso ai trattamenti in modo efficace e sostenibile. A vent’anni dalla costituzione dell’Aifa e dopo anni di discussioni e rinvii da parte di precedenti legislature, finalmente la riforma viene resa possibile grazie al Governo Meloni, la cui autorevolezza e stabilità rappresenta la migliore garanzia per l’intero sistema. Ricordiamo che l’AIFA racchiude in un solo ente tutte le funzioni legate alla gestione del farmaco, dalla sperimentazione clinica alla negoziazione del medicinale una volta approvato. Il ridisegno dell’Agenzia rientra quindi in un progetto più ampio che vede tutta la governance del farmaco interessata da possibili cambiamenti, in primis per mantenere un comparto fondamentale del nostro Paese sempre attrattivo e per continuare a garantire cure e trattamenti a tutti i cittadini nel rispetto dei principi sanciti dall’articolo 32 della Costituzione.
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