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Fiducia

Cosa succede dopo il voto?

By Governo, News, Parlamento, Politica

Cosa succede dopo il voto? Quali sono le tappe previste per l’inizio di una nuova legislatura?

Ecco le tappe previste dal voto all’insediamento del nuovo Parlamento e del nuovo Governo.

Dalle urne, i passi che porteranno all’inizio di una legislatura sono diversi e verranno scanditi dalla consueta ritualità istituzionale. Prima della formazione di un nuovo esecutivo, deve comporsi un nuovo Parlamento.

A seguito del voto, la convocazione delle nuove Camere è fissata per giovedì 13 ottobre. Prima di allora, il 10 ottobre, i nuovi parlamentari svolgeranno le operazioni di registrazione, lasceranno una propria foto e dichiareranno il gruppo di appartenenza agli uffici delle camere.

Durante la prima seduta Camera e Senato eleggeranno i nuovi presidenti. Il regolamento di Montecitorio prevede che la votazione possa risolversi al primo e secondo scrutinio solo con l’assenso di due terzi dei componenti. Al terzo scrutinio si passa a due terzi dei votanti, mentre se si andasse al quarto scrutinio basterebbe la metà dei votanti per eleggere la persona che ricoprirà la terza carica dello Stato. Al Senato, invece, per avere un’elezione al primo o al secondo voto servirebbe il consenso della maggioranza dei componenti, al terzo voto basterebbe quella dei votanti. Se si andasse alla quarta votazione si procederebbe a fare un ballottaggio tra i due contendenti più votati al terzo scrutinio.

Una volta eletti i Presidenti d’Assemblea, iniziano le operazioni per la nomina del presidente del consiglio da parte del capo dello Stato. Sergio Mattarella potrebbe aprire le consultazioni, ricevendo i neoeletti presidenti delle camere, tra il 17 e il 20 ottobre.

La coalizione di centrodestra sarà la maggioranza che guiderà il nuovo esecutivo. Resta da sciogliere il nodo premier: alla prova del voto i partiti della coalizione dovrebbero indicare in Giorgia Meloni come capo dell’esecutivo. Si può pensare che sarà a lei che Mattarella offrirà il ruolo. In tal caso Meloni, sempre secondo il cerimoniale istituzionale, accetterà la nomina e, dopo un breve giro di consultazioni con le forze politiche, scioglierà la riserva e accetterà o meno l’incarico da capo di governo.

Anche se formalmente in carica, al nuovo esecutivo servirà il voto di fiducia delle due Camere per dirsi effettivamente operativo e per dare avvio all’inizio di una nuova legislatura.