Contrariamente a quanto previsto, slitta probabilmente al prossimo Consiglio dei Ministri l’esame del primo decreto legislativo sul riordino del settore del gioco (con particolare riferimento all’online), a seguito del rinvio stabilito nel Preconsiglio di ieri, mercoledì 15 novembre. Tuttavia, lo schema di decreto attualmente in circolazione, privo di sorprese rispetto alle indiscrezioni delle scorse settimane, contiene tutti gli elementi necessari a intuire il quadro che si va a delineare con la riforma del settore e l’indirizzo politico che l’Esecutivo intende imprimervi. Ecco i punti cardine del testo:
- Costo delle concessioni fissato – come previsto – a 7 milioni di euro, con un massimo di 5 licenze per ogni singolo gruppo
- Imposto un limite alle cosiddette “skin”: ogni concessionario potrà aprire un solo sito per ogni gioco online
- Il canone di concessione sarà rialzato al 3% del margine netto del concessionario
- Regolamentati i punti vendita ricariche (cosiddetti PVR): le ricariche potranno essere vendute, ma con “un’esclusione espressa di un qualunque prelievo delle somme giacenti sul conto di gioco e del pagamento delle vincite”. I pagamenti dovranno essere effettuati esclusivamente con strumenti finanziari tradizionali tracciati e gli esercizi commerciali dovranno iscriversi a un albo presso l’Agenzia Dogane e Monopoli.
- Nuova stretta a ludopatia e illegalità: nuovi strumenti informatici, bancari e di intelligenza artificiale per il contrasto ai siti sprovvisti di concessione. Istituita una Consulta permanente dei giochi pubblici per il monitoraggio dell’andamento delle attività di gioco, comprese quelle illegali, e dei loro effetti sulla salute dei giocatori, con la prerogativa di proporre al Governo misure finalizzate alla lotta e alla prevenzione della ludopatia.
Siffatto scenario, stando alle stime di Ficom Leisure, comporterebbe una riduzione degli operatori in grado di ottenere la concessione a 22-27 soggetti, con circa 50 operatori che, al contrario, rimarrebbero tagliati fuori.
Scopo del Governo sarebbe dunque un riordino che mantenga tuttavia inalterati i proventi fiscali dal gioco, anche alla luce del tasso di crescita costante registrato dal settore in Italia, così da poter finanziare la priorità politica dell’Esecutivo: il taglio delle tasse.
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